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Foto photo ritratto di Raffaele Sonzogno by Anonimo cdv 1880 c.a.

28,00

in buone condizioni lievi segni del tempo, dimensioni cm. 9,6 x 5,6
Raffaele Sonzogno (Milano, 23 giugno 1829 – Roma, 6 febbraio 1875) è stato un giornalista e politico italiano.
Milanese, nacque da Lorenzo e da Teresa Crespi. Secondogenito di quattro figli maschi, oltre a lui Giulio Cesare, Edoardo e Alberto, apparteneva alla nota famiglia di editori, da un lato, e, per parte di madre, a una delle più importanti famiglie industriali tessili lombarde
Sposato con Emilia Comolli, ricca comasca, fu tra i finanziatori, dopo l’annessione della Lombardia al Regno di Sardegna della nuova Gazzetta di Milano (1859), di cui divenne direttore de facto. Nel 1870 si trasferì a Roma al seguito delle truppe italiane che conquistarono l’Urbe ponendo fine al secolare dominio pontificio. All’indomani della Presa di Roma fondò un suo quotidiano: “La Capitale” (22 settembre 1870). Nel 1871 assunse anche la direzione.
Fu ucciso con 13 coltellate il 6 febbraio 1875 da Pio Frezza, detto “Spaghetto”. Aveva 46 anni. Al processo, oltre al Frezza, furono condannati all’ergastolo per l’omicidio anche i mandanti: Giuseppe Luciani (garibaldino che fuggì con la moglie di Sonzogno), Michele Armati (ufficiale delle guardie municipali), Luigi Morelli, detto “Caporaletto”, e Cornelio Farina.

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Descrizione

in buone condizioni lievi segni del tempo, dimensioni cm. 9,6 x 5,6
Raffaele Sonzogno (Milano, 23 giugno 1829 – Roma, 6 febbraio 1875) è stato un giornalista e politico italiano.
Milanese, nacque da Lorenzo e da Teresa Crespi. Secondogenito di quattro figli maschi, oltre a lui Giulio Cesare, Edoardo e Alberto, apparteneva alla nota famiglia di editori, da un lato, e, per parte di madre, a una delle più importanti famiglie industriali tessili lombarde
Sposato con Emilia Comolli, ricca comasca, fu tra i finanziatori, dopo l’annessione della Lombardia al Regno di Sardegna della nuova Gazzetta di Milano (1859), di cui divenne direttore de facto. Nel 1870 si trasferì a Roma al seguito delle truppe italiane che conquistarono l’Urbe ponendo fine al secolare dominio pontificio. All’indomani della Presa di Roma fondò un suo quotidiano: “La Capitale” (22 settembre 1870). Nel 1871 assunse anche la direzione.
Fu ucciso con 13 coltellate il 6 febbraio 1875 da Pio Frezza, detto “Spaghetto”. Aveva 46 anni. Al processo, oltre al Frezza, furono condannati all’ergastolo per l’omicidio anche i mandanti: Giuseppe Luciani (garibaldino che fuggì con la moglie di Sonzogno), Michele Armati (ufficiale delle guardie municipali), Luigi Morelli, detto “Caporaletto”, e Cornelio Farina.

1880 c.a.

Buone